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02.04.18

Viaggio alla scoperta di noi stessi.(La macchina perfetta: istruzioni per l'uso)

di Luca Pacciolla

La prossima volta che vedrai in TV una lunga fila di gente in coda davanti ad un Apple store, impaziente all’idea di potersi accaparrare l’ultimissimo ritrovato tecnologico, pensa che la natura riderebbe sotto i baffi considerando gli sforzi vani in cui la scienza si prodiga per imitarla.
Se ognuna di quelle persone rivolgesse per un attimo uno “sguardo consapevole” verso se stessa, probabilmente rimarrebbe attonita ed incredula, al punto da perdere l’entusiasmo che la spinge a quella lunga attesa.
Forse ti stai chiedendo cosa intendo quando parlo di “sguardo consapevole” e allora seguimi in questo piccolo fumetto.

Ripensa all’ultima volta che hai trascorso la pausa pranzo con un’amica od un amico, probabilmente ti ricordi di cosa avete parlato e del poco tempo a disposizione per fare tutto prima di rientrare al lavoro, insomma niente di speciale!
Errore!!!
In quei 30 minuti la “macchina perfetta” ha dato vita a qualcosa di assolutamente sbalorditivo, uno spettacolo che si ripete ininterrottamente per ogni singolo attimo della tua vita.
Mentre eri intento a goderti la piacevole compagnia davanti ad un piatto veloce, il tuo cervello processava circa 400 miliardi di dati ogni secondo, ricevendo e trasmettendo impulsi capaci di viaggiare ad una velocità sorprendente attraverso una rete di nervi che per un solo individuo è lunga circa 75 km.
Quando il cameriere ha servito le portate non ti sei certamente soffermato a pensare che è possibile memorizzare 50.000 odori differenti associandoli spesso ad un’esperienza o ad un ricordo.

Mentre masticavi frettolosamente non hai considerato che i succhi gastrici sono abbastanza potenti da sciogliere non solamente le pietanze ma anche la lametta che usi per raderti.

Per tutto il tempo, senza che tu abbia dovuto prestare attenzione, i tuoi polmoni hanno veicolato un flusso d’aria in entrata ed in uscita, scambiando ossigeno ed anidride carbonica su una superficie pari a quella di un campo da tennis e, contemporaneamente, l’ossigeno introdotto ha raggiunto le cellule dei vari organi tramite i 96.000 chilometri di vasi sanguigni che formano il sistema circolatorio (circa 8 volte il diametro della terra). Forse ad un tratto ti sei assentato per andare in bagno, tralasciando il fatto che i tuoi reni filtrano circa 160 litri di sangue ogni giorno e che di questi meno dell’ 1% viene eliminato come urina, poichè l’organismo, intelligentemente, valuta e riassorbe tutto ciò che risulta utile al proprio metabolismo (nulla viene sprecato).

Poco dopo, soddisfatto per il tempo trascorso in buona compagnia, ti sei avviato chiacchierando verso l’uscita del locale, attivando inconsapevolmente i 200 muscoli che entrano in azione ogni volta che compi un passo.

Ti sei congedato con una stretta di mano o un abbraccio senza pensare ai milioni di batteri (spesso utilissimi) che colonizzano ogni centimetro della tua pelle.

Prima di rientrare al lavoro magari ti sei fatto prendere da un certo nervosismo, considerando la montagna di cose ancora da fare.

Ti avrebbe consolato l’idea che ogni 24 ore il nostro corpo produce la bellezza di 300 miliardi di nuove cellule in sostituzione di quelle che terminano il loro ciclo vitale?

Un vero stacanovista!

Quanto detto non è che un cenno allo straordinario spettacolo di cui siamo ignari protagonisti, qualcosa che esprime contemporaneamente il concetto di “infinitamente piccolo” ed “infinitamente grande” , un sistema in cui centinaia di migliaia di mondi nascono e muoiono, combattono, cooperano con altruismo e maniacale precisione ad un solo scopo: garantire il miracolo della vita.

A fronte di questa nuova consapevolezza possiamo capire come ogni azione che rivolgiamo verso il nostro corpo sia un atto di responsabilità e possa portarci verso un effetto rigenerativo o degenerativo.

Personalmente mi trovo in completo disaccordo con chi sostiene che la medicina debba occuparsi esclusivamente del paziente malato; in tal modo si alimenta una marea montante di pseudo-professionisti della salute che, forti delle loro abilità comunicative, si arrogano una rischiosa prerogativa: tutelare la salute del soggetto sano prevenendo l’insorgere di stati patologici ed educandolo ad un corretto stile di vita.

Così facendo si delegittima ogni criterio scientifico, finendo per diventare schiavi dell’opinione, che in questo ambito (come lo stesso Ippocrate ricordava) genera una pericolosa ignoranza.

Le scienze mediche hanno il dovere, in primis, di volgere lo sguardo al paziente sano, alimentando la fiamma della Medicina Preventiva.

Purtroppo l’attività motoria e gli aspetti nutrizionali ricadono ancora in quella “zona franca” nella quale tutti cercano una propria visibilità o peggio, un’opportunità di business, proponendo metodi azzardati, filosofie empiriche e soluzioni pericolose.

Comode o scomode che siano, tieni a mente queste considerazioni nel decidere della tua salute e non dimenticare mai quali sono i tuoi doveri nei confronti di te stesso.

Eccola la “macchina perfetta”, non hai dovuto pazientare ore ed ore in fila nè rinunciare alla tanto sospirata tredicesima…hai tra le mani il più grande dei miracoli e la natura ha scelto di regalarlo in una forma unica ed irripetibile proprio a te.

Partendo da una base tanto complessa risulta pericoloso stilare un “manuale d’uso” perciò, nei prossimi articoli, cercheremo di semplificare (mai banalizzando) ciò che la medicina ci insegna e di comprendere il funzionamento del corpo umano attraverso il filtro della scienza e non dell’opinione, muovendo i primi passi di un viaggio “magico” che non possiamo dare per scontato...il viaggio alla scoperta di noi stessi.

Foto articolo

MEDICINA

Credo da sempre nella Medicina della persona e per la persona, quella che si concede il lusso di prendere e dare in egual misura (ricevere esperienza e offrire consapevolezza), quella che entra in punta di piedi nella vita dei pazienti senza pretendere di decidere per loro ma con loro;

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